GE-115 Concerto

Di Pietro Grossi (1967)

"E alla Olivetti mi dissero: 'sa, c'è un tecnico a Pregnana Milanese vicino Milano, è uno che si diverte e per Natale fa le suonatine al calcolatore, adesso vediamo cosa si può fare'"

Nel 1962 il Maestro Pietro Grossi legge su un giornale che "il computer emetteva suoni", e da quel momento si interessa alla faccenda con l'intenzione di sperimentare, di comporre ed eseguire musica utilizzando un calcolatore. A quel tempo in Italia c'erano pochissimi sistemi informatici: solo grandi enti pubblici e privati potevano permettersi ed erano in grado di trarre vantaggio da questi enormi apparati elettronici, costosissimi e difficili da utilizzare e mantenere. Dopo alcuni anni di infruttuosi contatti con enti di ricerca, banche e aziende informatiche, Grossi ottiene finalmente una risposta dalla Olivetti nel 1967.

Nel 1964, il laboratorio di ricerca elettronica Olivetti viene venduto a General Electric, ma continua a lavorare allo sviluppo di nuovi sistemi informatici in collaborazione con l'azienda di Ivrea, con lo stesso personale e nello stesso stabilimento di Pregnana Milanese. Nella fase della realizzazione di un nuovo prototipo di computer, al responsabile della progettazione architetturale dei nuovi calcolatori, Ferruccio Zulian, viene in mente di collegare delle uscite audio in alcuni punti dei circuiti elettronici. In questo modo, si può sentire il "suono" delle elaborazioni e avere un feedback immediato quando qualcosa non va: una operazione svolta in modo corretto suonerà sempre allo stesso modo, mentre il manifestarsi di un problema produrrà anche un immediato riscontro nell'ascolto.

Questo geniale nuovo metodo di debugging apre la strada anche a pratiche di pura sperimentazione e divertimento: a Dicembre i tecnici suonano il motivo di "Bianco Natale" e poco dopo quello de "L'Internazionale". La notizia circola subito negli ambienti della "Olivetti - General Electric" e a Ivrea Pietro Grossi viene messo in contatto con Ferruccio Zulian e autorizzato a sperimentare con le apparecchiature del laboratorio.

Come ebbe a dire lo stesso Grossi in una intervista curata da Tommaso Tozzi nel 2000, il momento in cui l'elaboratore General Electric GE-115 eseguì il primo spartito musicale fu uno dei momenti più importanti della sua vita.

Il risultato, per un musicista esperto come Pietro Grossi (primo violoncello in nell'orchestra del Maggio Musicale Fiorentino) è sconvolgente. Il computer è in grado di suonare uno spartito come i "24 Capricci" per violino di Paganini all'istante, e con precisione assoluta.

I "Capriccio" è una composizione caratterizzata da una libertà assoluta, spesso utilizzata come pretesto - ed è il caso della suite di Paganini - per esplorare le capacità di uno strumento. Ciascun brano comporta tecniche e abilità estreme, come la vibrazione contemporanea di più corde e cambiamenti repentini di posizione.

Ma le possibilità offerte dal nuovo mondo digitale non finiscono qui: Ferruccio Zulian prepara un programma che è in grado di alterare uno spartito introducendo in maniera controllata, chirurgica, elementi casuali, consentendo di esplorare composizioni sempre nuove e originali a partire da un materiale di partenza fornito come input all'elaboratore.

Il risultato di questi esperimenti viene pubblicato nel 45 giri "GE-115 Concerto", che l'azienda "Olivetti - General Electric" distribuì ai suoi dipendenti come regalo per il Natale del 1967. La facciata "A" del disco contiene l'esecuzione da parte dell'elaboratore di alcune composizioni di Johan Sebastian Bach el "Capriccio n.5", mentre sul lato "B" si trovano incise alcune composizioni sperimentali ottenute attraverso rimescolamenti e permutazioni del brano di Paganini.

Nelle interviste che seguono, realizzate appositamente per questa mostra, abbiamo ripercorso la vicenda di queste prime sperimentazioni di computer music in Italia con Ferruccio Zulian e con Marco Ligabue, allievo di Pietro Grossi e attualmente docente di Musica elettronica e Informatica musicale presso il conservatorio Luigi Cherubini di Firenze.

"Per me è stato uno shock; ci si aprivano nuovi orizzonti, potevamo fare quello che volevamo, naturalmente non era vero, nel senso che i limiti erano parecchi, era il suono più brutto del mondo, ma per me era il più bello del secolo. Non mi era mai capitato: quando si pensava la musica allora la si pensava eseguita da altri, i quali avevano studiato, avevano dedicato tutta la vita allo strumento per fare una certa cosa, bene o male, secondo le loro possibilità. Io mi sono trovato con in mano uno strumento che dato in mano a chiunque suonava bene in tutti i modi" - Pietro Grossi

Credits

Composizione Pietro Grossi 1967
Programmazione Ferruccio Zulian 1967
Restauro fonovaligia "Calypso" Michele Torre 2018
Videointerviste a cura di Emiliano Russo, Roberta Iadevaia, Rodolfo Puglia, Tommaso Tozzi 2018
Intervista a Zulian realizzata presso lo spazio Macao di Milano 2018